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Mio Fratello si è Rifiutato di Restituire i Modelli LEGO dei Miei Figli Dopo che Suo Figlio li ha Presi da Casa Mia — Così Gli ho Insegnato una Lezione

Tutto è iniziato in modo piuttosto innocente durante una cena di famiglia, il mese scorso. Mio fratello Ben è venuto a trovarci con sua moglie e il loro figlio di 9 anni, Jason. I miei figli e io abbiamo una tradizione particolare: costruiamo scene dettagliate con i LEGO e le nascondiamo in giro per casa, come se fossero delle “sorprese pasquali”. È il nostro modo divertente di creare momenti insieme.

Jason, curioso e pieno di entusiasmo, ha subito notato uno dei nostri diorami LEGO sopra il camino.

— Papà! Guarda! Un ladro di banca che si nasconde dalla polizia! — ha esclamato.

Ho seguito il suo sguardo e ho sorriso.
— Ottima osservazione, Jason. Quello è nuovo. Ragazzi, da quanto è lì?

— Da due giorni — ha detto Toby, il mio figlio maggiore, con un sorrisetto —. Pensavo l’avresti notato mentre spolveravi, mamma.

Jason ne è rimasto affascinato. Ha passato il resto della serata a correre per casa, esultando ogni volta che trovava una nuova creazione LEGO. A cena finita, ne aveva scoperte quasi tutte.

Al momento di andare via, chiese tutto felice:
— Posso portarne uno a casa, papà?

Ben, distratto, gli ha scompigliato i capelli:
— No, tesoro, quelli restano qui.

Ma pochi minuti dopo, Toby ha gridato dalla stanza dei LEGO con incredulità:

— Mamma! È sparito Chewbacca… e anche il Creeper di Minecraft dalla biblioteca di Hogwarts!

— Erano qui prima di cena — ha detto Max, il più piccolo, con tono serio —. Dev’essere stato Jason.

Ho subito scritto a Ben:
— Ehi fratellone, sembra che Jason si sia portato a casa alcune delle nostre costruzioni LEGO. Puoi riportarle?

Lui ha riso:
— Ma dai, Carly, sono solo giocattoli! Rilassati. Li riporterò la prossima volta.

Ma per noi non erano semplici giocattoli. Erano ricordi, creatività, momenti condivisi. E ovviamente… la “prossima volta” arrivò e passò. Ancora niente LEGO.

Arrivato il Natale, capii che Ben non aveva alcuna intenzione di restituirli.

Fu allora che decisi che era arrivato il momento di dargli una lezione.

— Ragazzi — dissi con un sorriso — credo sia il momento di insegnare allo zio Ben cosa vuol dire davvero “prendere in prestito”.

Durante il barbecue di Capodanno a casa sua, mi avvicinai mentre era alla griglia.

— Ehi, dove sono i nostri LEGO? Vorrei metterli in macchina prima di andare via.

Ben rise:
— Oh, me ne sono dimenticato di nuovo. Alla prossima, Carly.

Basta. Feci un cenno a Toby: l’Operazione Vendetta era ufficialmente iniziata.

Max “andò in bagno” e tornò qualche minuto dopo con le tasche del felpone visibilmente piene. Intanto, Toby aiutava Carol, la moglie di Ben, con le bevande… e infilava discretamente alcuni dei suoi adorati porta-lattine nello zaino.

Durante il viaggio di ritorno, sentii un leggero bau dal sedile posteriore. Mi voltai e vidi Cooper, il golden retriever di Ben, accoccolato felicemente accanto a Max.

— Ragazzi! — sussurrai — Non possiamo rubargli il cane! Riportatelo subito!

— Ma mamma… — protestò Max abbracciando Cooper — sembrava triste!

— Subito! — dissi, cercando di sembrare severa mentre soffocavo una risata.

Pochi minuti dopo, il telefono squillò. Era Ben, nel panico.

— Carly! Dove sono i miei telecomandi? Le casse? Mancano delle cose!

— Ah sì? — risposi innocente — Che seccatura… È come quando qualcuno prende cose che non gli appartengono e non le restituisce, vero?

— Non è divertente! — urlò lui.

Attesi qualche secondo, poi risposi calma:
— Ti dico una cosa, caro fratello. Riporta i nostri LEGO questa sera e… potrei avere un indizio su dove sono finiti i tuoi oggetti.

Quarantacinque minuti dopo, Ben si presentò alla mia porta, rosso in faccia, con le costruzioni LEGO… e alcuni set in più come offerta di pace.

— Credo che anche questi siano vostri — borbottò.

Gli restituii le sue cose con un bel sorriso.
— Lezione imparata?

Sospirò:
— Sì, sì. Messaggio ricevuto… forte e chiaro.

— Mamma — disse Toby ammirato — fai un po’ paura, lo sai?

Sorrisi. A volte, per insegnare una lezione in famiglia, ci vuole un pizzico di creatività… e una giusta dose di karma.

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